E
ro studentessa all'Università
di Roma, molto libera e indipendente.
Avevo
22 anni.
Frequentavo un gruppo di sudamericani:
salsa, samba, feste....
Ne organizzarono una, dopo cena.
Era primavera inoltrata.
Non conoscevo nè la zona, nè la comitiva.
Ci
sono andata.
Un'esperienza triste
e squallida che ha dato una svolta alla mia vita.
Oggi,
sposata, con 2 figli, laureata, la testa sulle spalle,
ho imparato a parlarne con una certa serenità
sempre mista alla fatica del ricordo...
Sono entrata in un appartamento che non aveva niente di allegro.
Abel
mi ha portato in camera :
una
stanza spoglia con un letto matrimoniale e poco altro.
Mi ha sbattuta sul letto.
Io magra e minuta, lui forte e potente,
molto più grande di me per età.

Pochi minuti che hanno turbato per tanto tempo la mia vita.
Non
riuscivo a muovermi, non mi lasciava il respiro.
Quella
sera non indossavo i soliti jeans ma una bella gonna nera.
Le sue mani ovunque.
Cercavano, toccavano.
Io non volevo !!
Paura, impotenza...

Volevo
che finisse.
Volevo fuggire.
Della
festa giungeva appena una musica dalle altre stanze.
Ridevano, credo circolasse anche qualche sostanza.
Poi, non saprei
dire come,
sono riuscita a scappare e mi sono trovata fuori dall'appartamento.
Non so come ero
messa
nè ho mai capito chi fosse quella signora sorridente,
serena e gentile,
che alle 2 di notte si trovava sul pianerottolo di quel grande
condominio,
proprio dietro la porta da cui io fuggivo...
E
mi ha detto:
"Signorina
stia tranquilla, l'uscita è là...".
Che voleva a quell'ora,
che ne sapeva che io scappavo,
che dovevo calmarmi?
Chi
era ?
Come
ho potuto attraversare una fetta di Roma a quell'ora,
da sola.....
è difficile dirlo.

Con
il ragionamento non me lo spiego e oggi avrei paura.
Io,
pur laica e razionale, posso solo dire di aver sperimentato
che quando le cose sono più grandi di noi,
quando sono gravi o violente...
c'è qualcuno che ci avvolge in modo tenero e intenso.
Ogni tanto ci ripenso
e quel viso di donna,
di una serenità disarmante,
mi mette ancora oggi calma e tranquillità.

Un abbraccio, Eddy
25 Febbraio 2004
Eddy da Roma
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