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Piccolo Principe
ASLAN
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Inserito il - 08/02/2006 : 20:16:21
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Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato � Storie vissute della natura �, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell'atto di inghiottire un animale.
Eccovi la copia del disegno.
C'era scritto: � I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono pi� a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede �. Meditai a lungo sulle avventure della jungla. E a mia volta riuscii a tracciare il mio primo disegno. Il mio disegno numero uno. Era cosi:
Mostrai il mio capolavoro alle persone grandi, domandando se il disegno li spaventava.
Ma mi risposero: � Spaventare? Perch� mai, uno dovrebbe essere spaventato da un cappello? �
II mio disegno non era il disegno di un cappello. Era il disegno di un boa che digeriva un elefante. Affinch� vedessero chiaramente che cos'era, disegnai l'interno del boa. Bisogna sempre spiegargliele le cose, ai grandi. Il mio disegno numero due si presentava cosi :
Questa volta mi risposero di lasciare da parte i boa, sia di fuori che di dentro, e di applicarmi invece alla geografia, alla storia, all'aritmetica e alla grammatica. Fu cosi che a sei anni io rinunziai a quella che avrebbe potuto essere la mia gloriosa carriera di pittore. Il fallimento del mio disegno numero uno e del mio disegno numero due mi aveva disanimato.
I grandi non capiscono mai niente da soli e i bambini si stancano a spiegargli tutto ogni volta. Allora scelsi un'altra professione e imparai a pilotare gli aeroplani. Ho volato un po' sopra tutto il mondo: e veramente la geograf�a mi � stata molto utile. A colpo d'occhio posso distinguere la Cina dall'Arizona, e se uno si perde nella notte, questa sapienza � di grande aiuto.
Ho incontrato molte persone importanti nella mia vita, ho vissuto a lungo in mezzo ai grandi. Li ho conosciuti intimamente, li ho osservati proprio da vicino. Ma l'opinione che avevo di loro non � molto migliorata.
Quando ne incontravo uno che mi sembrava di mente aperta, tentavo l'esperimento del mio disegno numero uno, che ho sempre conservato. Cercavo di capire cosi se era veramente una persona comprensiva. Ma, chiunque fosse, uomo o donna, mi rispondeva:
�� un cappello�.
E allora non parlavo di boa, di foreste primitive, di stelle. Mi abbassavo al suo livello. Gli parlavo di bridge, di golf, di politica, di cravatte. E lui era tutto soddisfatto di avere incontrato un uomo tanto sensibile.
Cosi ho trascorso la mia vita solo, senza nessuno cui poter parlare, fino a sei anni fa quando ebbi un incidente col mio aeroplano, nel deserto del Sahara. Qualche cosa si era rotta nel motore, e siccome non avevo con me n� un meccanico, n� dei passeggeri, mi accinsi da solo a cercare di riparare il guasto. Era una questione di vita o di morte, perch� avevo acqua da bere soltanto per una settimana. La prima notte, dormii sulla sabbia, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana. Ero pi� isolato che un marinaio abbandonato in mezzo all'oceano, su una zattera, dopo un naufragio.
Potete immaginare il mio stupore di essere svegliato all'alba da una strana vocetta:
�Mi disegni, per favore, una pecora? �
� Cosa???? �
� Disegnami una pecora �.
Balzai in piedi come fossi stato colpito da un fulmine. Mi strofinai gli occhi pi� volte guardandomi attentamente intorno. E vidi una straordinaria personcina che mi stava esaminando con grande seriet�.
Qui potete vedere il miglior ritratto che riuscii a fare di lui, pi� tardi.
Ma il mio disegno � molto meno affascinante del modello. La colpa non � mia, per�. Con lo scoraggiamento che hanno dato i grandi, quando avevo sei anni, alla mia carriera di pittore, non ho mai imparato a disegnare altro che serpenti boa dal di fuori o serpenti boa dal di dentro.
Ora guardavo f�sso l'improvvisa apparizione con gli occhi fuori dall'orbita per lo stupore. Dovete pensare che mi trovavo a mille miglia da una qualsiasi regione abitata, eppure il mio ometto non sembrava smarrito in mezzo alle sabbie, n� tramortito per la fatica, o per la fame, o per la sete, o per la paura.
Niente di lui mi dava l'impressione di un bambino sperduto nel deserto, a mille miglia da qualsiasi abitazione umana. Quando finalmente potei parlare gli domandai:
� Ma che cosa fai qui? �
Come tutta risposta, egli ripet� lentamente come si trattasse di cosa di molta importanza:
� Per piacere, disegnami una pecora... �
Quando un mistero � cosi sovraccarico, non si osa disubbidire.
Per assurdo che mi sembrasse, a mille miglia da ogni abitazione umana, e in pericolo di morte, tirai fuori dalla tasca un foglietto di carta e la penna stilografica. Ma poi ricordai che i miei studi si erano concentrati sulla geografia, sulla storia, sull'aritmetica e sulla grammatica e gli dissi, un po' di malumore, che non sapevo disegnare.
Mi rispose:
� Non importa. Disegnami una pecora... �
Non avevo mai disegnato una pecora e allora feci per lui uno di quei due disegni che avevo fatto tante volte:
quello del boa dal di fuori; e fui sorpreso di sentirmi rispondere:
� No, no, no! Non voglio l'elefante dentro al boa. Il boa � molto pericoloso e l'elefante molto ingombrante. Dove vivo io tutto � molto piccolo. Ho bisogno di una pecora: disegnami una pecora �.
Feci il disegno.
Lo guard� attentamente, e poi disse:
� No! Questa pecora � malaticcia. Fammene un'altra �.
Feci un altro disegno.
Il mio amico mi sorrise gentilmente, con indulgenza.
� Lo puoi vedere da te �,
disse,
� che questa non � una pecora. � un ariete. Ha le corna �.
Rifeci il disegno una terza volta, ma fu rifiutato come i tre precedenti.
� Questa � troppo vecchia. Voglio una pecora che possa vivere a lungo �.
Quesla volta la mia pazienza era esaurita, avevo fretta di rimettere a posto il mio motore. Buttai gi� un quarto disegno. E tirai fuori questa spiegazione:
� Questa � soltanto la sua cassetta. La pecora che volevi sta dentro!!! �.
Fui molto sorpreso di vedere il viso del mio piccolo giudice illuminarsi:
�Questo � proprio quello che volevo. Pensi che questa pecora dovr� avere una gran quantit� d'erba? �
� Perch�? �
� Perch� dove vivo io, tutto � molto piccolo... �
� Ci sar� certamente abbastanza erba per lei, � molto piccola la pecora che ti ho data �.
Si chin� sul disegno:
� Non cosi piccola che � oh, guarda! � si � messa a dormire... �
E fu cosi che feci la conoscenza del piccolo principe.
Continuer�...
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Piccolo Principe
ASLAN
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Inserito il - 09/02/2006 : 21:30:39
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Avevo cosi saputo una seconda cosa molto importante! Che il suo pianeta nativo era poco pi� grande di una casa. Tuttavia questo non poteva stupirmi molto. Sapevo benissimo che, oltre ai grandi pianeti come la Terra, Giove, Marte, Venere ai quali si � dato un nome, ce ne sono centinaia ancora che sono a volte cosi piccoli che si arriva si e no a vederli col telescopio.
Quando un astronomo scopre uno di questi, gli da per nome un numero. Lo chiama per esempio � l'asteroide 3251 �.
Ho serie ragioni per credere che il pianeta da dove veniva il piccolo principe � l'asteroide B 612.
Questo asteroide � stato visto una sola volta al telescopio da un astronomo turco. Aveva fatto allora una grande dimostrazione della sua scoperta a un Congresso Internazionaie d'Astronomia.
Ma in costume com'era, nessuno lo aveva preso sul serio. I grandi sono fatti cosi.
Fortunatamente per la reputazione dell'asteroide B 612 un dittatore turco impose al suo popolo, sotto pena di morte, di vestire all'europea.
L'astronomo rifece la sua dimostrazione nel 1920, con un abito molto elegante. E questa volta tutto il mondo fu con lui. Se vi ho raccontato tanti particolari sull'asteroide B 612 e se vi ho rivelato il suo numero, � proprio per i grandi che amano le cifre. Quando voi gli parlate di un nuovo amico, mai si interessano alle cose essenziali. Non si domandano mai:
� Qual � il tono della sua voce? Quali sono i suoi giochi preferiti? Fa collezione di farfalle? �
Ma vi domandano:
� Che et� ha? Quanti fratelli? Quanto pesa? Quanto guadagna suo padre? �
Allora soltanto credono di conoscerlo. Se voi dite ai grandi:
� Ho visto una bella casa in mattoni rosa, con dei gerani alle finestre, e dei colombi sul tetto �,
loro non arrivano a immaginarsela.
Bisogna dire:
� Ho visto una casa di centomila lire �,
e allora esclamano:
� Com'� bella �.
Cosi se voi gli dite:
�La prova che il piccolo principe � esistito, sta nel fatto che era bellissimo, che rideva e che voleva una pecora. Quando uno vuole una pecora � la prova che esiste �.
Continuer�...
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Piccolo Principe
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Inserito il - 09/02/2006 : 21:32:18
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Ogni giorno imparavo qualche cosa sul pianeta, sulla partenza, sul viaggio. Veniva da s�, per qualche riflessione. Fu cosi che al terzo giorno conobbi il dramma dei baobab.
Anche questa volta fu merito della pecora, perch� bruscamente il piccolo principe mi interrog�, come preso da un grave dubbio:
� � proprio vero che le pecore mangiano gli arbusti? �
� Si, � vero �.
� Ah! Sono contento �.
Non capii perch� era cosi importante che le pecore mangiassero gli arbusti. Ma il piccolo principe continu�:
� Allora mangiano anche i baobab? �
Feci osservare al piccolo principe che i baobab non sono degli arbusti, ma degli alberi grandi come chiese che se anche avesse portato con s� una mandria di elefanti, non sarebbe venuto a capo di un solo baobab.
L'idea della mandria di elefanti fece ridere il piccolo principe:
� Bisognerebbe metterli gli uni su gli altri... �
Ma osserv� saggiamente:
�I baobab prima di diventar grandi cominciano con l'essere piccoli �.
�� esatto! Ma perch� vuoi che le tue pecore mangino i piccoli baobab? �
�Be'! Si capisce�,
mi rispose come se si trattasse di una cosa evidente. E mi ci volle un grande sforzo d'intelligenza per capire da solo questo problema.
Infatti, sul pianeta del piccolo principe ci sono, come su tutti i pianeti, le erbe buone e quelle cattive. Di conseguenza:
dei buoni semi di erbe buone e dei cattivi semi di erbe cattive. Ma i semi sono invisibili. Dormono nel segreto della terra...
fino a che all'uno o all'altro pigli la fantasia di risvegliarsi. Allora si stira, e sospinge da principio timidamente verso il sole un bellissimo ramoscello inoffensivo.
Se si tratta di un ramoscello di ravanello o di rosaio, si pu� lasciarlo spuntare come vuole.
Ma se si tratta di una pianta cattiva, bisogna strapparla subito, appena la si � riconosciuta. C'erano dei terribili semi sul pianeta del piccolo principe:
erano i semi dei baobab. Il suolo ne era infestato.
Ora, un baobab, se si arriva troppo tardi, non si riesce pi� a sbarazzarsene. Ingombra tutto il pianeta. Lo trapassa con le sue radici.
E se il pianeta � troppo piccolo e i baobab troppo numerosi, lo fanno scoppiare.
� � una questione di disciplina �,
mi diceva pi� tardi il piccolo principe.
� Quando si ha finito di lavarsi al mattino, bisogna fare con cura la pulizia del pianeta. Bisogna costringersi regolarmente a strappare i baobab appena li si distingue dai rosai ai quali assomigliano molto quando sono piccoli. � un lavoro molto noioso, ma facile �.
E un giorno mi consigli� di fare un bel disegno per far entrare bene questa idea nella testa dei bambini del mio paese.
� Se un giorno viaggeranno �,
mi diceva,
� questo consiglio gli potr� servire. Qualche volta � senza inconvenienti rimettere a pi� tardi il proprio lavoro. Ma se si tratta dei baobab � sempre una catastrofe. Ho conosciuto un pianeta abitato da un pigro. Aveva trascurato tre arbusti... �
E sull'indicazione del piccolo principe ho disegnato quel pianeta. Non mi piace prendere il tono del moralista. Ma il pericolo dei baobab � cosi poco conosciuto, e i rischi che correrebbe chi si smarrisse su un asteroide, cosi gravi, che una volta tanto ho fatto eccezione.
E dico:
� Bambini! Fate attenzione ai baobab! �
E per avvertire i miei amici di un pericolo che hanno sempre sfiorato, come me stesso, senza conoscerlo, ho tanto lavorato a questo disegno.
La lezione che davo, giustificava la fatica. Voi mi domanderete forse:
Perch� non ci sono in questo libro altri disegni altrettanto grandiosi come quello dei baobab? La risposta � molto semplice:
Ho cercato di farne uno, ma non ci sono riuscito. Quando ho disegnato i baobab ero animato dal sentimento dell'urgenza.
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Piccolo Principe
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Inserito il - 09/02/2006 : 21:33:43
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Oh, piccolo principe, ho capito a poco a poco la tua piccola vita malinconica. Per molto tempo tu non avevi avuto per distrazione che la dolcezza dei tramonti. Ho appreso questo nuovo particolare il quarto giorno, al mattino, quando mi hai detto:
� Mi piacciono tanto i tramonti. Andiamo a vedere un tramonto... �
� Ma bisogna aspettare... �
� Aspettare che? � � Che il sole tramonti... �
Da prima hai avuto un'aria molto sorpresa, e poi hai riso di te stesso e mi hai detto:
� Mi credo sempre a casa mia!... �
Infatti. Quando agli Stati Uniti � mezzogiorno tutto il mondo sa che il sole tramonta sulla Francia. Basterebbe poter andare in Francia in un minuto per assistere al tramonto.
Sfortunatamente la Francia � troppo lontana. Ma sul tuo piccolo pianeta ti bastava spostare la tua sedia di qualche passo. E guardavi il crepuscolo tutte le volte che lo volevi...
� Un giorno ho visto il sole tramontare quarantatr� volte! �E
pi� tardi hai soggiunto:
� Sai... quando si � molto tristi si amano i tramonti... �
� II giorno delle quarantatr� volte eri tanto triste? �
Ma il piccolo principe non rispose.
Al quinto giorno, sempre grazie alla pecora, mi fu svelato questo segreto della vita del piccolo principe. Mi domand� bruscamente, senza preamboli, come il frutto di un problema meditato a lungo in silenzio:
� Una pecora se mangia gli arbusti, mangia anche i fiori? �
� Una pecora mangia tutto quello che trova �.
� Anche i fiori che hanno le spine? �
� Si. Anche i fiori che hanno le spine �.
� Ma allora le spine a che cosa servono? �
Non lo sapevo. Ero in quel momento occupatissimo a cercare di svitare un bullone troppo stretto del mio motore. Ero preoccupato perch� la mia panne cominciava ad apparirmi molto grave e l'acqua da bere che si consumava mi faceva temere il peggio.
� Le spine a che cosa servono? �
II piccolo principe non rinunciava mai a una domanda che aveva fatta. Ero irritato per il mio bullone e risposi a casaccio:
� Le spine non servono a niente, � pura cattiveria da parte dei fiori �.
� Oh! �
Ma dopo un silenzio mi gett� in viso con una specie di rancore:
� Non ti credo!
I fiori sono deboli. Sono ingenui. Si rassicurano come possono. Si credono terribili con le loro spine... �
Non risposi. In quel momento mi dicevo:
� Se questo bullone resiste ancora, lo far� saltare con un colpo di martello �.
Il piccolo principe disturb� di nuovo le mie riflessioni.
� E tu credi, tu, che i fiori... �
� Ma no! Ma no! Non credo niente! Ho risposto una cosa qualsiasi. Mi occupo di cose serie, io! �
Mi guard� stupefatto.
� Di cose serie! �
Mi vedeva col martello in mano, le dita nere di sugna, chinato su un oggetto che gli sembrava molto brutto.
� Parli come i grandi! �
Ne ebbi un po' di vergogna. Ma, senza piet�, aggiunse:
� Tu confondi tutto... tu mescoli tutto! �
Era veramente irritato. Scuoteva al vento i suoi capelli dorati.
� Io conosco un pianeta su cui c'� un signor Chermisi. Non ha mai respirato un fiore. Non ha mai guardato una stella. Non ha mai voluto bene a nessuno. Non fa altro che addizioni. E tutto il giorno ripete come te: "Io sono un uomo serio! Io sono un uomo serio! " e si gonfia di orgoglio. Ma non � un uomo, � un fungo! �
� Che cosa? �
� Un fungo! �
II piccolo principe adesso era bianco di collera.
� Da migliaia di anni i fiori fabbricano le spine. Da migliaia di anni le pecore mangiano tuttavia i fiori.
� E non � una cosa seria cercare di capire perch� i fiori si danno tanto da fare per fabbricarsi delle spine che non servono a niente?
Non � importante la guerra fra le pecore e i fiori? Non � pi� serio e pi� importante delle addizioni di un grosso signore rosso? E se io conosco un fiore unico al mondo, che non esiste da nessuna parte, altro che nel mio pianeta, e che una piccola pecora pu� distruggere di colpo, cosi un mattino, senza rendersi conto di quello che fa, non � importante questo! �
Arrossi, poi riprese:
� Se qualcuno ama un fiore, di cui esiste un solo esemplare in milioni e milioni di stelle, questo basta a farlo felice quando lo guarda.
� E lui si dice: " II mio fiore � l� in qualche luogo. "
� Ma se la pecora mangia il fiore, � come se per lui tutto a un tratto, tutte le stelle si spegnessero! E non � importante questo! �
Non pot� proseguire. Scoppi� bruscamente in singhiozzi.
Era caduta la notte. Avevo abbandonato i miei utensili. Me ne infischiavo del mio martello, del mio bullone, della sete e della morte. Su di una stella, un pianeta, il mio, la Terra, c'era un piccolo principe da consolare!
Lo presi in braccio. Lo cullai. Gli dicevo:
� II fiore che tu ami non � in pericolo... Disegner� una museruola per la tua pecora... e una corazza per il tuo fiore... Io... �
Non sapevo bene che cosa dirgli. Mi sentivo molto maldestro. Non sapevo come toccarlo, come raggiungerlo...
Il paese delle lacrime � cosi misterioso.
Continuer�... |
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onirica.parabola
...donando un sorriso
1046 Messaggi |
Inserito il - 10/02/2006 : 09:14:26
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" Ci sono i tramonti su quell'asteroide B612 e se un bambino � triste e si sente solo il sole pu� tramontare fino a quarantatre volte in un solo giorno."
....quante volte sono stata seduta su quell'asteroide! Ed ogni volta sono ritornata col sorriso e con il cuore "semplice"
Grazie piccolo Principe di avermelo ricordato!
onirica |
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OPAL
Virtuoso partecipante
Regione: Lombardia
Prov.: Bergamo
Citt�: bergamo
201 Messaggi |
Inserito il - 10/02/2006 : 20:28:47
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Carissimo,il tuo racconto mi f� affiorare alla mente molti ricordi.Aspetto il proseguo della tua bella storia,per poter risponderti se trover� qualcosa che l'accomuna ai miei pensieri. |
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Piccolo Principe
ASLAN
3730 Messaggi |
Inserito il - 10/02/2006 : 21:44:55
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Imparai ben presto a conoscere meglio questo fiore.
C'erano sempre stati sul pianeta del piccolo principe dei fiori molto semplici, ornati di una sola raggiera di petali, che non tenevano posto e non disturbavano nessuno.
Apparivano un mattino nell'erba e si spegnevano la sera.
Ma questo era spuntato un giorno, da un seme venuto chiss� da dove, e il piccolo principe aveva sorvegliato da vicino questo ramoscello che non assomigliava a nessun altro ramoscello.
Poteva essere una nuova specie di baobab.
Ma l'arbusto cess� presto di crescere e cominci� a preparare un fiore. Il piccolo principe, che assisteva alla formazione di un bocciolo enorme, sentiva che ne sarebbe uscita un'apparizione miracolosa, ma il fiore non smetteva pi� di prepararsi ad essere bello, al riparo della sua camera verde.
Sceglieva con cura i suoi colori, si vestiva lentamente, aggiustava i suoi petali ad uno ad uno. Non voleva uscire sgualcito come un papavero. Non voleva apparire che nel pieno splendore della sua bellezza.
Eh, si, c'era una gran civetteria in tutto questo! La sua misteriosa toeletta era durata giorni e giorni.
E poi, ecco che un mattino, proprio all'ora del levar del sole, si era mostrato.
E lui, che aveva lavorato con tanta precisione, disse sbadigliando:
� Ah! mi sveglio ora. Ti chiedo scusa... sono ancora tutto spettinato... �
II piccolo principe allora non pot� frenare la sua ammirazione:
� Come sei bello! �
� Vero �,
rispose dolcemente il fiore,
� e sono nato insieme al sole... �
II piccolo principe indovin� che non era molto modesto, ma era cosi commovente!
� Credo che sia l'ora del caff� e latte �,
aveva soggiunto,
� vorresti pensare a me... �
�Spazz� con cura il camino dei suoi vulcani in attivit�.
E il piccolo principe, tutto confuso, and� a cercare un innaffiatoio di acqua fresca e servi al fiore la sua colazione.
Cosi l'aveva ben presto tormentato con la sua vanit� un poco ombrosa. Per esempio, un giorno, parlando delle sue quattro spine, gli aveva detto:
� Possono venire le tigri, con i loro artigli! �
� Non ci sono tigri sul mio pianeta �,
aveva obiettato il piccolo principe,
� e poi le tigri non mangiano l'erba �.
� Io non sono un'erba �,
aveva dolcemente risposto il fiore.
� Scusami... �
� Non ho paura delle tigri, ma ho orrore delle correnti d'aria... Non avresti per caso un paravento? �
� Orrore delle correnti d'aria?
� � un po' grave per una pianta �,
aveva osservato il piccolo principe.
� � molto complicalo questo fiore... �
� Alla sera mi metterai al riparo sotto a una campana di vetro. Fa molto freddo qui da te... Non � una sistemazione che mi soddisfi. Da dove vengo io... �
Ma si era interrotto. Era venuto sotto forma di seme. Non poteva conoscere nulla degli altri mondi. Umiliato di essersi lasciato sorprendere a dire una bugia cosi ingenua, aveva tossito due o tre volte, per mettere il piccolo principe dalla parte del torto...
� E questo paravento?... �
� Andavo a cercarlo, ma tu mi parlavi! �
Allora aveva forzato la sua tosse per fargli venire dei rimorsi. Cosi il piccolo principe, nonostante tutta la buona volont� del suo amore, aveva cominciato a dubitare di lui.
Aveva preso sul serio delle parole senza importanza che l'avevano reso infelice.
� Avrei dovuto non ascoltarlo �,
mi confid� un giorno,
� non bisogna mai ascoltare i fiori. Basta guardarli e respirarli. Il mio, profumava il mio pianeta, ma non sapevo rallegrarmene. Quella storia degli artigli, che mi aveva tanto raggelato, avrebbe dovuto intenerirmi �.
E mi confid� ancora:
� Non ho saputo capire niente allora! Avrei dovuto giudicarlo dagli atti, non dalle parole. Mi profumava e mi illuminava. Non avrei mai dovuto venirmene via! Avrei dovuto indovinare la sua tenerezza dietro le piccole astuzie. I fiori sono cosi contraddittori! Ma ero troppo giovane per saperlo amare �.
credo che egli approfitt�, per venirsene via, di una migrazione di uccelli selvatici. Il mattino della partenza mise bene in ordine il suo pianeta.
Spazz� accuratamente il camino dei suoi vulcani in attivit�.
Possedeva due vulcani in attivit�.
Ed era molto comodo per far scaldare la colazione del mattino. E possedeva anche un vulcano spento.
Ma, come lui diceva,
� non si sa mai �
e cosi spazz� anche il camino del vulcano spento. Se i camini sono ben puliti, bruciano piano piano, regolarmente, senza eruzioni.
Le eruzioni vulcaniehe sono come gli scoppi nei caminetti. � evidente che sulla nostra terra noi siamo troppo piccoli per poter spazzare il camino dei nostri vulcani ed � per questo che ci danno tanti guai.
11 piccolo principe strapp� anche con una certa malinconia gli ultimi germogli dei baobab. Credeva di non ritornare pi�.
Ma tutti quei lavori consueti gli sembravano, quel mattino, estremamente dolci.
E quando innaffi� per l'ultima volta il suo fiore, e si prepar� a metterlo al riparo sotto la campana di vetro, scopri che aveva una gran voglia di piangere.
� Addio �,
disse al fiore. Ma il fiore non rispose.
� Addio �,
ripete.
Il fiore toss�. Ma non era perch� fosse raffreddato.
� Sono stato uno sciocco �,
disse finalmente,
� scusami, e cerca di essere felice �.
Fu sorpreso dalla mancanza di rimproveri. Ne rimase sconcertato, con la campana di vetro per aria.
Non capiva quella calma dolcezza.
� Ma si, ti voglio bene �,
disse il fiore,
� e tu non l'hai saputo per colpa mia. Questo non ha importanza, ma sei stato sciocco quanto me. Cerca di essere felice. Lascia questa campana di vetro, non la voglio pi� �.
� Ma il vento... �
� Non sono cosi raffreddato. L'aria fresca della notte mi far� bene. Sono un fiore �.
� Ma le bestie... �
� Devo pur sopportare qualche bruco se voglio conoscere le farfalle, sembra che siano cosi belle. Se no chi verr� a farmi visita? Tu sarai lontano e delle grosse bestie non ho paura. Ho i miei artigli �.
E mostrava ingenuamente le sue quattro spine. Poi continu�:
� Non indugiare cosi, � irritante. Hai deciso di partire e allora vattene �.
Perch� non voleva che io lo vedessi piangere, era un fiore cosi orgoglioso...
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Piccolo Principe
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Inserito il - 09/07/2006 : 00:20:47
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11 piccolo principe si trovava nella regione degli asteroidi .323, 326, 327, 328, 329 e 330.
Cominci� a visitarli per cercare un'occupazione e per istruirsi. 11 primo asteroide era abitato da un re. Il re, vestito di porpora e d'ermellino, sedeva su un trono molto semplice e nello stesso tempo maestoso.
� Ah! ecco un suddito �,
esclam� il re appena vide il piccolo principe.
E il piccolo principe si domand�:
� Come pu� riconoscermi se non mi ha mai visto? �
Non sapeva che per � re il mondo � molto semplificato. Tutti gli uomini sono dei sudditi.
� Avvicinati che ti veda meglio �,
gli disse il re che era molto fiero di essere finalmente re per qualcuno. Il piccolo principe cerc� con gli occhi dove potersi sedere, ma il pianeta era tutto occupato dal magnifico manto di ermellino. Dovette rimanere in piedi, ma era tanto stanco che sbadigli�.
� � contro all'etichetta sbadigliare alla presenza di un re �,
gli disse il monarca,
� te lo proibisco �.
� Non posso farne a meno �,
rispose tutto confuso il piccolo principe.
� Ho fatto un lungo viaggio e non ho dormito... �
� Allora �,
gli disse il re,
� ti ordino di sbadigliare. Sono anni che non vedo qualcuno che sbadiglia, e gli sbadigli sono una curiosit� per me. Avanti! Sbadiglia ancora. � un ordine �.
� Mi avete intimidito... non posso pi� �,
disse il piccolo principe arrossendo.
� Hum! hum! �
rispose il re.
� Allora io... io ti ordino di sbadigliare un po' e un po'... �
Borbott� qualche cosa e sembr� seccato. Perch� il re teneva assolutamente a che la sua autorit� fosse rispettata. Non tollerava la disubbidienza. Era un monarca assoluto. Ma siccome era molto buono, dava degli ordini ragionevoli.
� Se ordinassi �,
diceva abitualmente,
� se ordinassi a un generale di trasformarsi in un uccello marino, e se il generale non ubbidisse, non sarebbe colpa del generale. Sarebbe colpa mia �.
�Posso sedermi?�
s'inform� timidamente il piccolo principe.
� Ti ordino di sederti �,
gli rispose il re che ritir� maestosamente una falda del suo mantello di ermellino.
Il piccolo principe era molto stupito.
Il pianeta era piccolissimo e allora su che cosa il re poteva regnare?
� Sire �,
gli disse,
� scusatemi se vi interrogo... �
� Ti ordino di interrogarmi �,
si affrett� a rispondere il re.
� Sire, su che cosa regnate? �
� Su tutto �,
rispose il re con grande semplicit�.
� Su tutto? �
II re con un gesto discreto indic� il suo pianeta, gli altri pianeti, e le stelle.
� Su tutto questo? �
domand� il piccolo principe.
� Su tutto questo... �
rispose il re.
Perch� non era solamente un monarca assoluto, ma era un monarca universale.
� E le stelle vi ubbidiscono? �
� Certamente �,
gli disse il re.
� Mi ubbidiscono immediatamente. Non tollero l'indisciplina �.
Un tale potere meravigli� il piccolo principe. Se l'avesse avuto lui, avrebbe potuto assistere non a quarantatr�, ma a settantadue, o anche a cento, a duecento tramonti nella stessa giornata, senza dover spostare mai la sua sedia!
E sentendosi un po' triste al pensiero del suo piccolo pianeta abbandonato, si azzard� a sollecitare una grazia dal re:
� Vorrei tanto vedere un tramonto... Fatemi questo piacere... Ordinate al sole di tramontare... �
� Se ordinassi a un generale di volare da un fiore all'altro come una farfalla, o di scrivere una tragedia, o di trasformarsi in un uccello marino; e se il generale non eseguisse l'ordine ricevuto, chi avrebbe torto, lui o io? �
� L'avreste voi �,
disse con fermezza il piccolo principe.
� Esatto. Bisogna esigere da ciascuno quello che ciascuno pu� dare �,
continu� il re.
� L'autorit� riposa, prima di tutto, sulla ragione. Se tu ordini al tuo popolo di andare a gettarsi in mare, far� la rivoluzione. Ho il diritto di esigere l'ubbidienza perch� i miei ordini sono ragionevoli �
� E allora il mio tramonto? �
ricord� il piccolo principe che non si dimenticava mai di una domanda una volta che l'aveva fatta.
� L'avrai il tuo tramonto, lo esiger�, ma, nella mia sapienza di governo, aspetter� che le condizioni siano favorevoli �.
� E quando saranno? �
s'inform� il piccolo principe.
� Hem! hem! �
gli rispose il re che intanto consultava un grosso calendario,
� hem! hem! sar� verso, verso, sar� questa sera verso le sette e quaranta! E vedrai come sar� ubbidito a puntino�.
Il piccolo principe sbadigli�. Rimpiangeva il suo tramonto mancato. E poi incominciava ad annoiarsi.
� Non ho pi� niente da fare qui �,
disse al re.
� Me ne vado �.
� Non partire �,
rispose il re che era tanto fiero di avere un suddito,
� non partire, ti far� ministro! �
� Ministro di che? �
� Di... della giustizia! �
� Ma se non c'� nessuno da giudicare? �
� Non si sa mai �,
gli disse il re.
� Non ho ancora fatto il giro del mio regno. Sono molto vecchio, non c'� posto per una carrozza e mi stanco a camminare �.
� Oh! ma ho gi� visto io �,
disse il piccolo principe sporgendosi per dare ancora un'occhiata sull'altra parte del pianeta.
� Neppure laggi� c'� qualcuno �.
� Giudicherai te stesso �,
gli rispose il re.
� � la cosa pi� difficile. � molto pi� difficile giudicare se stessi che gli altri. Se riesci a giudicarti bene � segno che sei veramente un saggio �.
� Io �,
disse il piccolo principe,
� io posso giudicarmi ovunque. Non ho bisogno di abitare qui �.
� Hem! hem! � disse il re.
� Credo che da qualche parte sul mio pianeta ci sia un vecchio topo. Lo sento durante la notte. Potrai giudicare questo vecchio topo. Lo condannerai a morte di tanto in tanto. Cosi la sua vita dipender� dalla tua giustizia. Ma lo grazierai ogni volta per economizzarlo. Non re n'� che uno �.
� Non mi piace condannare a morte �,
rispose il piccolo principe,
�preferisco andarmene�.
� No �,
disse il re.
Ma il piccolo principe che aveva finiti i suoi preparativi di partenza, non voleva dare un dolore al vecchio monarca:
� Se Vostra Maest� desidera essere ubbidito puntualmente, pu� darmi un ordine ragionevole. Potrebbe ordinarmi, per esempio, di partire prima che sia passato un minuto. Mi pare che le condizioni siano favorevoli... �
E siccome il re non rispondeva, il piccolo principe esit� un momento e poi con un sospiro se ne part�.
� Ti nomino mio ambasciatore �,
si affrett� a gridargli appresso il re. Aveva un'aria di grande autorit�. Sono ben strani i grandi, si disse il piccolo principe durante il viaggio.
continua... |
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Raggio di Luna
Luce nella notte...
Citt�: Via Lattea...
2064 Messaggi |
Inserito il - 14/02/2007 : 15:14:37
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Il secondo pianeta era abitato da un vanitoso.
<<Ah ! ah ! ecco la visita di un ammiratore>>,
grid� da lontano il vanitoso appena scorse il piccolo principe. Per i vanitosi tutti gli altri uomini sono degli ammiratori. <<Buon giorno>>, disse il piccolo principe,
<< che buffo cappello avete!>> <<E' per salutare>>, gli rispose il vanitoso.
<<E' per salutare quando mi acclamano, ma sfortunatamente non passa mai nessuno da queste parti>>.
<< Ah si?>> disse il piccolo principe che non capiva.
<<Batti le mani l'una contro l'altra>>, consigli� perci� il vanitoso. Il piccolo principe batt� le mani l'una contro l'altra e il vanitoso salut� con modestia sollevando il cappello.
<<E' pi� divertente che la visita al re>>, si disse il piccolo principe, e ricominci� a battere le mani l'uno contro l'altra. Il vanitoso ricominci� a salutare sollevando il cappello.
Dopo cinque minuti di questo esercizio il piccolo principe si stanc� della monotonia del gioco:
<<E che cosa bisogna fare>> domand�, << perch� il cappello caschi?>>
a questo punto c'� da inserire la foto del vanitoso...e.... Il piccolo principe deve continuare il suo viaggio...
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Ad ogni azione corrisponde una reazione o effetto di pari intensit�. |
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allegra
Super partecipante
Citt�: Napoli
5193 Messaggi |
Inserito il - 03/10/2008 : 09:03:47
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Non avevo letto questo libro,grazie per quanto postato,l'ho trovato meraviglioso. |
Modificato da - allegra in data 03/10/2008 16:52:13 |
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pittipat
Super partecipante
Citt�: verona
597 Messaggi |
Inserito il - 03/10/2008 : 10:36:16
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grazie Piccolo Principe,� bellissimo....f� bene al cuore.grazie |
pittipat |
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