Una luce sul mare

La sera del quindici Giugno
ero in casa e stavo leggendo un brano di Genesi
quando percepii il contatto cosmico.

La voce di Firkon mi invitò a recarmi
a Nervi con Tina e gli amici.

Posteggiammo come al solito nei pressi della stazione.
Passeggiammo a lungo; ma nulla accadeva.
Io, tuttavia, ero tranquillo:

ero certo che i fratelli si sarebbero mostrati.

Ci recammo all'interno della cittadina,
e poi tornammo sulla passeggiata a mare.
Gianna disse che era disposta
a restare là tutta la notte,
pur di vedere qualcosa.

Le risposi che la pazienza viene sempre premiata;
ma in cuor mio cominciavo a temere
che per qualche ragione non si sarebbero mostrati.

Ad un tratto, però,
vedemmo una luce bianca provenire dal mare,
dalla parte della costa di San Fruttuoso.
Paolo, nel suo entusiasmo,
lo gridò ad alta voce,
ed io dovetti invitarlo alla discrezione.

 

 

La luce si avvicinò fino a fermarsi
ad una cinquantina di metri
dalla riviera del luogo di passeggio.

Ora il disco era là,
ben visibile a tutti,
e Paolo e Gianna dicevano ad alta voce:

« Sono proprio loro! Sono i fratelli! ».

Paolo aveva un nitido contatto cosmico,
ed era informato esattamente e in anticipo
sulle fasi dell'incontro.

 

 

« Ora si accende la luce bianca sotto »,

diceva Paolo.
E la luce in effetti si accese.

« Ora aumentano la luce! ».

E la luce aumentò.

« Ora abbassano le luci! ».

E le luci si abbassarono.

E così continuando,
Paolo annunciò ad alta voce le luci rosse,
verdi e blu, che si accesero puntualmente.
Il disco divenne tante luci colorate;
quindi, se ne andò in direzione sud-ovest,
scomparendo all'orizzonte.

 

 

In contatto cosmico, mi giunse la voce di Raffaele,
che mi raccomandò la discrezione
e ci invitò ad andarcene.

Temevo che la gente
che aveva assistito all'avvicinamento del disco
potesse trattenerci e porci delle domande,
ma Raffaele mi assicurò che questo
non sarebbe avvenuto.

Alla mia destra avevo due persone anziane,
che erano rimaste letteralmente a bocca aperta
a guardare il cielo.

Probabilmente non riuscirono a realizzare
cosa fosse realmente accaduto.
Avranno forse creduto ad uno strano aereo.
Pensavo di dare loro qualche spiegazione,
ma Raffaele mi invitò a non farlo.

Obbedii e ce ne andammo di là col cuore in grande letizia.

 

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