Gentilissimo Polidoro,
Le scrivo per avere delucidazioni sul tema delle "paralisi notturne".
Così ho sentito definire alla radio quello che succede anche a me da
quando ero bambina. Io però ho letto su Internet solo cose diciamo
"paranormali" e anche alla radio si parlava di possibilità di
uscire dal corpo ecc. Io non sono mai uscita dal mio corpo (!)...
provavo sensazioni di paura, terrore, ansia, tremavo, non riuscivo a
muovermi e parlare, ansimavo per farmi svegliare dai miei fratelli...
il tutto con un ronzio in sottofondo come di sciame d'api... Ho sempre
pensato fosse una questione di ansia (sono molto ansiosa!), e vorrei
sapere se scientificamente c'è una vera spiegazione. Grazie
dell'attenzione.
Cordiali saluti,
Elena 74 - Milano
Cara Elena 74,
hai fatto bene a non fidarti di quello che leggevi su Internet. Quello
delle "paralisi notturne" è un fenomeno del tutto normale e affatto
raro. Me ne sono occupato in dettaglio in uno dei miei libri (Il sesto senso ) e qui ti ripropongo alcuni estratti da quelle pagine:
«Veniamo ora a quelle esperienze terrorizzanti che possono verificarsi
di notte e tradursi nella sensazione che degli intrusi - se non
addirittura degli alieni - siano entrati in casa. Si tratta di
un'esperienza registrata nel corso della storia dalle culture più
diverse: i babilonesi chiamavano questa terrorizzante intrusione
"Lilitu", demone del vento, che seduceva gli uomini di notte. Gli ebrei
la chiamavano "Lilith". Nel medioevo era nota come "Lamia" e
nell'antica Germania come "mare", la vecchia e orribile donna che
sedeva sul petto del dormiente e produceva brutti sogni. Questa figura
assumeva anche caratteristiche maschili presso molte culture e prendeva
il nome latino di incubus: incubo. Nel Salmo 91 si trova una
definizione che calza a pennello: "terrore notturno" (Siegel, 1992).
« La sensazione di veridicità dell'esperienza è assolutamente
corretta, nel senso che si verificano dei reali cambiamenti fisici nel
corpo. Occhi aperti, paralisi dei muscoli e difficoltà
respiratorie sono riportate da più osservatori indipendenti degli
attacchi. In seguito ad essi, molti appaiono pallidi e tremano. Queste
caratteristiche hanno molto in comune con uno stato fisiologico noto
come "paralisi notturna". E' una delle scoperte sul sonno più
sorprendenti: durante ogni fase REM (per 4 o 5 periodi ogni notte,
dunque, e per un totale di circa 90 minuti) il corpo dell'uomo (ad
eccezione degli occhi) è completamente paralizzato, non è possibile
muoversi e si perde il controllo dei muscoli. Probabilmente, questa
paralisi ha la funzione di difendere l'individuo dai movimenti
inconsulti provocati dal sogno (Angela, 1994).
«La paralisi
notturna rappresenta un terreno fertile per le fantasie ipnopompiche.
Come abbiamo visto sopra, nella fase ipnopompica il cervello si trova
in uno stadio intermedio tra il sonno e la veglia e il sogno può
estendersi alla fase di veglia. «I circuiti del cervello attivati
durante il sogno», spiega Ronald K. Siegel (1992), «inviano segnali -
come l'immagine di un intruso - alla corteccia cerebrale, dove sono
elaborati come se provenissero dall'esterno. Dunque, le immagini del
sogno si estendono alla fase di veglia e il dormiente vede immagini
visive (o ha sensazioni in altre modalità sensoriali) entro il
contesto della reale camera da letto. Il nostro cervello riconosce in
che stato si trova veglia o sonno solo dal contesto circostante. Nei
sogni, il contesto è di immagini disorganizzate e ciò comunica al
cervello che sta dormendo. Nello stato di paralisi/fantasia-ipnopompica
il contesto è di percezioni organizzate e il cervello conclude di
essere sveglio nonostante la natura molto differente delle percezioni.
Così, dunque, il cervello viene ingannato da simili sogni
allucinatori».
La sensazione di avere qualcuno o qualcosa
sul petto può essere provocata dal fatto che il risveglio in una
situazione di paralisi può indurre una persona a respirare
affannosamente. Inoltre, l'iperventilazione riduce la quantità di
ossigeno che arriva al cervello e ciò può indurre uno stato di
particolare sensibilità uditiva, in cui ogni più piccolo rumore
viene amplificato e sembra molto forte. Così, normali rumori
d'ambiente, scricchiolii, voci lontane possono trasformarsi in porte
che si aprono, passi sulle scale, sussurri misteriosi… Il tentativo
di muoversi nel corso di una paralisi, inoltre, aumenta la
consapevolezza della rigidità muscolare, delle coperte che
avvolgono il corpo e del sudore sulla pelle. Tutto questo può tradursi
nella sensazione di essere bloccato da mani estranee o da "membrane di
gomma"».
A presto,
Massimo Polidoro